Cosa cambia in materia di buoni pasto nel 2025 ce lo dice la legge di bilancio, a fronte di una manovra che ha subito già numerose critiche.
Un argomento molto delicato che riguarda milioni di lavoratori in giro per il paese e che è giusto approfondire più da vicino.
Non si parla di buoni pasto a rischio, ma di situazione che potrebbe cambiare radicalmente nel gennaio del 2025 rispetto a quanto visto precedentemente. Nella serata di ieri c’è stato il via libero definitivo dell’emendamento firmato da Silvio Giovine, deputato di Fratelli d’Italia.
L’obiettivo era quello di rendere eque le commissioni che si muovono tra esercenti pubblici e privati fissando un tetto massimo del 5% alle stesse anche per quelli che sono utilizzati direttamente dai dipendenti di quelle che sono aziende private. Il Governo è riuscito però a tutelare i ticket di quest’anno.
I buoni pasto che sono circolanti saranno validi con le condizioni precedenti alla data del 31 agosto 2025. Per quelli nuovi invece varrà il regolamento a partire da gennaio del 2025. Infine per quelli del 2024 varrà dal settembre del prossimo anno. Andiamo a capire qualcosa più da vicino, scendendo nei particolari.
Cambio buoni pasto per il 2025
Cerchiamo ora però di capire più nel dettaglio cosa accade per quanto riguarda i buoni pasto per il 2025 con delle novità che sembrano davvero dietro l’angolo. Il buono pasto è un servizio messo a disposizione dal datore di lavoro al suo dipendente e che può essere utilizzato sia al ristorante che al supermercato, come a sopperire il pranzo portato a lavoro.
Sono emessi utilizzando dei ticket che hanno una detenzione fiscale del 100% per le aziende. Oggi si parla di tetto del 5%, ma cosa si intende? Attorno al rapporto tra le società che emettono i ticket e i datori di lavoro arriva a emergere quella che è la nuova normativa.
Il 5% è stato inserito per le commissioni e permetterà di poter rendere entrambe le parti pari nelle entrate. Quando una società fa partire una convenzione con un esercizio questo non verrà di fatto mai ripagato al 100% con il valore interno di un ticket. Una parte del buono non verrà dato e per questo si lavora sull’abbassamento delle commissioni.
In merito si è espressa Confesercenti che ai giornali ha specificato: “Se non si arrivava a questo si rischiava di sottoporre le piccole imprese a dei costi eccessivi imposti unilateralmente dagli emettitori del buono stesso“. Una novità importante che salverà diverse realtà.