Ogni anno, il Black Friday porta con sé non solo sconti e file interminabili davanti ai negozi, ma anche un dibattito acceso sul suo presunto legame con una delle pagine più oscure della storia umana.
Per alcuni, questa giornata di shopping sfrenato affonderebbe le radici in una tradizione razzista, collegata al commercio di schiavi.
Le accuse, alimentate da post virali sui social e discussioni accese, puntano il dito su un significato nascosto del termine Black Friday che, se fosse confermato, sarebbe davvero da brividi. Ma quanto c’è di vero in queste teorie? Possibile che una giornata celebrata in tutto il mondo abbia un’origine così controversa?
Le voci più inquietanti suggeriscono che il termine Black Friday fosse utilizzato dai mercanti del Sud degli Stati Uniti per descrivere il giorno in cui, dopo il Ringraziamento, venivano messi in vendita gli schiavi a prezzi ribassati. Secondo questa teoria, la giornata sarebbe stata dedicata a veri e propri mercati umani, in cui gli schiavi venivano trattati come merce di scambio, all’insegna di una logica economica spietata e disumana.
Questa versione dei fatti ha preso piede online, spingendo molti a guardare il Black Friday con occhi diversi, come una celebrazione inconsapevole di un passato tragico. Tuttavia, scavare più a fondo rivela una realtà ben diversa, che nulla ha a che fare con il razzismo o la schiavitù.
La vera storia del Black Friday
Le origini del termine Black Friday risalgono a contesti completamente diversi. Uno dei primi utilizzi documentati del termine risale al 1869, in riferimento a una crisi finanziaria scatenata dal crollo del mercato dell’oro negli Stati Uniti. Solo decenni dopo, negli anni ’50, l’espressione venne associata al venerdì successivo al Ringraziamento, quando a Filadelfia si verificava un aumento caotico del traffico cittadino causato dai consumatori in cerca di occasioni per le feste natalizie.
Fu proprio la polizia di Filadelfia a coniare il termine Black Friday per descrivere questa giornata caotica, durante la quale era necessario un grande dispiegamento di forze per gestire il traffico e le folle. Il termine si consolidò negli anni ’80, quando i commercianti iniziarono a usarlo in senso positivo: il nero rappresentava i guadagni, in contrapposizione al rosso che indicava le perdite nei bilanci.
Un mito sfatato, ma non privo di riflessioni
Le accuse di razzismo legate al Black Friday, seppur infondate, ci ricordano quanto sia importante interrogarsi sulle origini delle tradizioni. Anche se il Black Friday non ha nulla a che vedere con la schiavitù, il fatto che una leggenda simile abbia attecchito dimostra la sensibilità attorno a temi storici e sociali ancora oggi dolorosi.
In realtà, il Black Friday è diventato un fenomeno globale, legato più al consumismo che alla storia americana. Tuttavia, l’origine controversa di alcune teorie dovrebbe servire come spunto per affrontare con maggiore consapevolezza il passato e riflettere sull’impatto culturale delle tradizioni moderne.
Per il momento, chi decide di partecipare al Black Friday può farlo senza timore di celebrare alcunché di oscuro. Rimane però il dovere di ricordare che, dietro ogni leggenda, si cela sempre una verità da approfondire.